Si chiamerà One World Trade Center

30 03 2009

NEW YORK – Non si chiamerà “Freedom Tower” ma “One World Trade Center”. Il grande grattacielo di vetro in costruzione a Ground Zero, che dalla fine del 2013 svetterà con i suoi 541 metri sopra New York City, non avrà come nome ufficiale quello che l’America voleva e che (probabilmente) continuerà ad usare. Ad annunciarlo è stata la “Port Authority of New York and New Jersey”, la società che gestisce le grandi infrastrutture (porti, autostrade, ponti, tunnel) e i trasporti tra i due Stati confinanti e che è di fatto la proprietaria del sito dove sorgevano le Twin Towers attaccate e distrutte dai terroristi di Al Qaeda l’11 settembre 2001. Decisione che ha trovato diversi critici, pochi consensi e una maggioranza convinta che alla fine il “nomignolo” l’avrà vinta sul nome ufficiale.

Port Autorithy butta acqua sul fuoco. “Da almeno due anni abbiamo parlato, con riferimento all’edificio più importante del sito, di One World Trade Center, che è del resto il suo nome legale e quello della strada”, ha dichiarato il portavoce Stephen Sigmund alla Cnn. “Molti l’hanno sempre chiamato Freedom Tower ma ora che l’edificio è passato dalla fase progettuale a quella di costruzione e leasing, pensiamo che sia più pratico chiamarlo One World Trade Center”.

Era stato per primo l’ex governatore di New York George Pataki, parlando qualche anno fa del progetto dell’architetto Lebeskind per Ground Zero, a definire quella avvenieristica torre di vetro una “freedom tower”. Visto il luogo-simbolo e l’altezza (1776 piedi, a ricordare l’anno dell’indipendenza degli Stati Uniti) quella definizione aveva avuto successo, diventando prima il nome del progetto e poi quello (semi) ufficiale.


Allora Pataki, temendo che qualcuno potesse avere problemi ad affittare spazi in un grattacielo così alto, aveva promesso che diversi uffici statali sarebbero stati trasferiti nella “Freedom Tower” quando alla fine del 2013 sarà (salvo ritardi) terminata. Forse non ce ne sarà bisogno. Un po’ perché la paura dell’11 settembre diventa ogni giorno più lontana, un po’ perché Port Authority sta cercando affittuari disposti a pagare di più dello Stato di New York. I primi sono stati i cinesi di “Vantone Industrial Co.” che giovedì scorso ha firmato con Port Authority il contratto di leasing ventennale per creare nel nuovo grattacielo un China-Center di oltre 17mila metri quadrati tra il 64esimo e il 69esimo piano della torre. E, dicono i maligni, avrebbero avuto garanzie sul nome ufficiale del palazzo.

Mentre le associazioni dei familiari delle vittime dell’11 settembre protestano, il sindaco di New York City Michael Bloomberg, con il buon senso che gli viene riconosciuto ha dichiarato (venerdì mattina a un radio-show) di non essere affatto turbato dalla decisione: “Spetta a Port Authority. Io non ho alcuna idea di quali siano gli aspetti commerciali di cui parlano, mi sarebbe piaciuto che restasse il nome Freedom Tower ma decidono loro e non hanno bisogno che io gli salti addosso. Se vogliono cambiare il nome lo possono fare e del resto da un punto di vista patriottico cambierà forse qualcosa? Noi continueremo a chiamarla come ci pare. Le faccio un esempio, Avenue of the Americas che per tutti continua a essere Sixth Avenue. One World Trade Center? Continueremo a chiamarla Freedom Tower”.

(29 marzo 2009)


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