Lo schifo persiste #37

18 08 2011

Mario Staderini per il “Fatto Quotidiano”

Qualcuno lo pensa, altri lo temono, nessuno lo dice. C’è un fronte di tagli alla spesa pubblica che si impone oggi più che mai: i privilegi del Vaticano. Eliminando l’8 per mille e alcune immotivate esenzioni fiscali, ad esempio, il bilancio dello Stato potrebbe contare su 3 miliardi di euro in più all’anno.

VATICANO

Facciamo un po’ di conti e iniziamo dall’otto per mille. Ogni anno la Cei incassa 1 miliardo di euro delle tasse degli italiani attraverso un sistema truffaldino ideato proprio da Tre-monti quando faceva il consulente per il ministro Formica. Che ci fa la Cei con questo fiume di denaro, pari a cinque volte quello che i partiti prendono tutti insieme di finanziamento pubblico? Lo spende per pagare lo stipendio ai preti (il 33% del totale), per costruire nuove chiese (!), per sostenere le diocesi, per evangelizzare i popoli dei paesi in via di sviluppo e indottrinare le loro classi dirigenti, per finanziare le varie iniziative politico-culturali della Conferenza episcopale e la galassia di associazioni antiabortiste protagoniste della guerra al referendum sulla legge 40 e ai diritti conquistati da Welby e Englaro.

L’otto per mille andrebbe abolito del tutto perché le chiese si devono finanziare da sole (“date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”, Marco 12,13-17), come avviene nelle democrazie liberali. A ogni modo basterebbe dimezzarlo, risparmiando ogni anno 500 milioni di euro che non andrebbero certo a ridurre la carità ai poveri.

É la stessa legge istituiva a imporlo in caso di aumento del gettito e Tremonti lo sa benissimo. Infatti l’otto per mille della Cei è passato dai 200 milioni di euro del 1990 al miliardo di oggi, in pratica si è moltiplicato per cinque nonostante lo stipendio di un prete (originario motivo del finanziamento pubblico) sia poco più che raddoppiato.

Passiamo ora ai privilegi fiscali degli enti ecclesiastici. Considerando solo l’esenzione dal pagamento dell’Ici delle loro attività commerciali e la riduzione del 50% dell’Ires sui redditi che gli enti producono, si arriva ad almeno 2 miliardi di euro di minor introito per lo Stato ogni anno.

Vaticano

Non stiamo parlando di tagliare i fondi per le parrocchie, la Caritas o gli oratori, ma di eliminare quelli che la stessa Unione europea potrebbe considerare illeciti aiuti di Stato. Quando il Vaticano e le sue diverse ramificazioni macinano profitti con il loro immenso patrimonio immobiliare, con il turismo, con le cliniche e gli ospedali, con le scuole e le università, non v’è ragione che non paghino le tasse come tutti noi comuni mortali.

Dunque: almeno 500 milioni di euro risparmiati dall’otto per mille, due miliardi togliendo esenzioni su Ici e Ires, totale 2,5 miliardi euro. All’anno. Eppure, in una manovra in cui si taglia di tutto e si riduce la spesa per il sociale, intervenire sulla “tassa Vaticano” rimane un tabù.

Persino sulle festività, le uniche intoccabili sono quelle religiose mentre anche il 1° maggio può saltare. Si dirà: è il Concordato, bellezza. Appunto. Iniziamo intanto con il porre mano alle regalie economiche, alle attività commerciali. Per il resto, i miracoli laici, ci stiamo attrezzando.





Non è un paese per giovani

7 03 2011

PI: SIAE, Rondi è commissario: “Il governo ha nominato Gian Luigi Rondi come commissario straordinario della SIAE. Il novantenne, Presidente del Festival del cinema di Roma, dovrà guidare lo svecchiamento della società Roma – Si sono concluse ieri le procedure per la nomina di un nuovo commissario straordinario per la Società Italiana Autori ed Editori, SIAE. La carica sarà ricoperta dal presidente del Festival Internazionale del cinema di Roma, Gian Luigi Rondi.

A deciderlo è stato il Consiglio dei Ministri, su proposta del presidente del Consiglio e del Ministro per i Beni Culturali, Sandro Bondi. Il Presidente Rondi, che compirà 90 anni il prossimo dicembre, è considerato il decano dei critici cinematografici italiani, e ricopre inoltre le cariche di presidente del premio David di Donatello e di presidente della fondazione Cinema per Roma, che sovraintende al Festival del cinema della capitale.”





Lo schifo persiste #34

15 02 2011

Ricordate la storia dello psichiatra Luigi Cancrini? Eletto deputato coi Comunisti italiani, sosteneva che gli spettasse oltre allo stipendio della Camera anche il vitalizio della Regione Lazio maturato dopo esser stato consigliere regionale per tre legislature. Era così sicuro di averne diritto da fare ricorso al Tribunale civile di Roma. Scoppiò un putiferio. E prese le distanze anche il governatore Piero Marrazzo: “I costi della politica sono già così alti che se riuscissimo a ridurne qualcuno faremmo cosa buona e giusta”.

Sagge parole. In seguito allo scandalo che lo costrinse a dimettersi è arrivato però anche il suo turno. E allora non c’è stato più “costo della politica” che tenesse. Anzi, gli è sembrata cosa buona e giusta, archiviata l’avventura politica dopo appena quattro anni e mezzo da governatore e incamerata la liquidazione (31.103 euro per un solo mandato quinquennale) passare all’incasso anche per il vitalizio.

Possibile? E da quando? Alla domanda di Giuseppe Rossodivita, il capogruppo radicale in Regione deciso a vederci chiaro, è stato risposto: dal 12 maggio 2010. Quando l’ex presidente, nato il 29 luglio 1958, aveva 51 anni. Quattordici in meno di quelli richiesti per andare in pensione agli italiani.

(…) Gli spettano circa 4000 euro lordi al mese. Una cifra con cui si potrebbero pagare due giovani archeologi dei Beni culturali. Dovesse serenamente invecchiare come un italiano medio, cosa che con affetto gli auguriamo, riceverà complessivamente, al lordo, circa un milione e mezzo di euro. Per una cinquantina di mesi di lavoro. Se fosse ancora il conduttore di Mi manda Raitre e questa storia riguardasse qualcun altro, colpevole di essersi rovinato con le proprie mani, ci farebbe sicuramente un servizio.

Non basta: grazie al fatto che quella prebenda mensile è un vitalizio e non una pensione, distinzione che fa salire il sangue alla testa ai lavoratori normali quale che sia il loro reddito, Marrazzo potrà liberamente cumulare i soldi con lo stipendio di giornalista della Rai (discreto se è vero che giurava di rimetterci, a fare il presidente regionale) dove nel frattempo è rientrato

 





Mille giorni a Singapore

20 10 2010

Mi sveglio e ho sonno. Fuori e’ nebbioso. Se ci fossero 30 gradi in meno sarebbe fantastico.

Poi, inaspettatamente, leggo le news e scopro che il Bilan, si quello del Samba-Milan (col Chievo), del tridente delle meraviglie (se non giocasse Dinho), dell’Ibra-dipendenza (in Champions…), viene umiliato (non nel punteggio, perche’ Mourinho e’ un genio in queste cose) dal Real che solo 12 mesi fa veniva battuto in quello stesso stadio (altri allenatori mi si dira’). E pure la Rometta del Cantante, quello che il primo anno quando puo’ solo fare bene, fa bene, ma quando e’ lui a decidere le sorti della sua squadra, si rivela per quel che e’: un mediocre, e perdente, prende 3 sberle in casa dal Basel. Sara’ contento Roger.

Ed e’ gia’ una giornata migliore.

Pure i Chemical Bros hanno aiutato.

E intanto a Singapore spopolano le espadrilles





ROMA RADDOPPIA ! 10 LUGLIO, Stadio Olimpico !

20 04 2010
Dopo il SOLD OUT della prima data del 9 luglio, Liga salirà nuovamente sul palco dello Stadio Olimpico sabato 10 luglio!

INFO E PREVENDITE:

Dalle ore 11 di martedì 20 aprile alle ore 9 di mercoledì 21 aprile biglietti in prelazione per gli iscritti al barMario, Fan Club Ufficiale http://barmario.ligabue.com

Dalle ore 10 di mercoledì 21 aprile biglietti in prevendita su:
Ticketone http://www.ticketone.it (tel 892.101)

Dalle ore 16 nei seguenti circuiti e c/o le prevendite abituali:
Ticketone http://www.ticketone.it (tel 892.101), , Unicredit http://www.geticket.it (tel 848.002.008), Listicket http://www.listicket.it (tel 892.982), Amit http://www.amitsrl.com (tel. 800.90.70.80), Piemonte Ticket http://www.ticket.it

Location:Stadio Olimpico
Time:6:00PM Saturday, July 10th




Tommasi, addio alla Cina

1 11 2009

PECHINO – Fischio finale. Damiano Tommasi torna a ca­sa, Verona, addio alla Cina. Og­gi l’ultima partita. Il Teda Tianjin perde il pilastro del suo centrocampo e la Repubbli­ca Popolare il primo e unico calciatore italiano che ne abbia calcato i campi. Se ne venisse­ro altri, in futuro, troverebbe­ro da seminare: «È un calcio acerbo». Che non a caso pro­prio in queste settimane la lea­dership sportiva (e non) di Pe­chino vuole veder crescere, punta dallo smacco di vedere già approdate al Mondiale su­dafricano le due Coree e il Giappone, ma non la propria nazionale.

STAGIONE – Otto mesi, che significano un campionato e la Champions asiatica. «Quel che mi porto dietro – racconta – è l’aver provato a conoscere la Ci­na da dentro. Avvertire la diffe­renza fra due mondi. Imparare a ridimensionare quello che noi magari prendiamo troppo sul serio. Quello che mi aspet­tavo: la mancanza di pianifica­zione, anche nel breve perio­do. Lo sforzo maggiore: la co­municazione. Perché più che tradurre, occorre decodificare. Anche in campo, con i compa­gni. E l’interprete non basta».

STRANIERI – Tianjin è la cit­tà a mezz’ora di treno da Pechi­no, dove fino agli anni Quaran­ta l’Italia ebbe una concessione coloniale, in parte rimasta in piedi e restaurata. «E con gli italiani che oggi lavorano a Tianjin ho fatto gruppo. In squadra invece legavo con gli stranieri: oltre a me, un brasi­liano, un francese e un rome­no, più un australiano poi rim­piazzato da un uzbeko». Matu­rità diversa, estraneità ai riti della vita comunitaria degli sportivi cinesi. «Passano ore in­sieme senza far niente prima e dopo gli allenamenti. Noi stra­nieri abbiamo ottenuto che questo ci fosse risparmiato». GOL – «Ne ho segnati due. Uno in campionato, ma abbia­mo perso 2-1. L’altro in Cham­pions: 5 maggio, una partita speciale, abbiamo battuto il Kawasaki, il mio 3-1 al 90’ è stata la rete della sicurezza. Con i giapponesi, poi… Anche se forse la mia miglior partita è stato lo 0-0 in casa con i corea­ni che ora sono in semifinale».

CONSIGLI – «I compagni me ne chiedono, ma occorre esse­re cauti. Sono orgogliosi, non bisogna sembrare quello che insegna. Però poi osservano co­me mi preparo, come mangio. Qualcosa passa. Resta il gap da colmare. Ed è frustrante con­statare che quasi sempre a tut­ti qui le cose vanno bene come stanno».

L’ULTIMO MATCH – «Oggi con il Canton non ci giochia­mo nulla. Possiamo arrivare quinti o sesti, siamo fuori dalla zona Champions. Peccato non aver fatto risultato, ma società e allenatore son contenti della stagione».

IL FUTURO – «A Tianjin avrebbero voluto che rimanes­si ma desidero tornare a Vero­na, la mia città». Si fece grande nell’Hellas, passò alla Roma, quella dello scudetto 2001. «Ma a Verona manco dal ’96. E poi c’è la famiglia: mia moglie, quattro figli. Sono volato in Ita­lia più di una volta al mese, in aprile son venuti loro, però è complicato». Il rientro, a 35 an­ni, potrebbe persino voler dire l’addio al calcio. Intanto la ma­glia numero 30 del Teda Tianjin cambierà proprietario. Che ricapiti a un ex campione d’Italia, a un ex nazionale az­zurro, non sarà facilissimo.


Corriere.it –  31 ottobre 2009





Chicche di gossip #19

19 02 2009

Ritornano a grande richiesta !!!

  • Da “La Stampa” – Ha detto Elisabetta Canalis (…) «Esteticamente mi piacciono i neri, sono più sexy. Quando vedo una coppia mista mi ci riconosco molto». Una confessione che spiega la scelta di Reginaldo del Parma (già liquidato) e ora porta alla ribalta il derby interista che si sta giocando fra Balotelli e Maicon per conquistare la bella Elisabetta. Teatro della contesa i locali di culto della movida milanese: Hollywood e Tocqueville. Balotelli avrebbe fatto più volte il pendolare fra le due discoteche cercando di intercettare l’ex Velina. Un superlavoro che gli ha tolto energie e procurato la punizione di Mourinho. Ma Balotelli pare sia arrivato fuori tempo massimo. In pole c’è Maicon, che lavora in campo e fuori con la stessa determinazione.
  • Indovina indovinello: durante una cena nell’abitazione romana di un uomo bello, potente e con la fama del playboy, è scoccata una forte simpatia tra un calciatore idolo delle folle, macho e sposatissimo, e una bionda showgirl-attrice molto friccicarella che in amore non trova pace (e manco l’uomo giusto). Da quella sera i due si mandano messaggini molto teneri e affettuosi. Che il calciatore ha fatto sbirciare agli amici più intimi. Nascerà un amore da tenere segretissimo? Chissà!
  • Si vociferava da tempo, ma nessuno aveva il coraggio di scriverlo. Nè tantomeno di chiedere lumi al diretto interessato. Finchè l’altra sera, il diretto interessato, l’ha ammesso a mezza bocca ad alcuni tifosi molto curiosi. E’ arrivato al capolinea il matrimonio del calciatore della Roma Daniele De Rossi, un ragazzo serissimo e sicuramente troppo buono. Daniele aveva sposato nel maggio 2006 in pompa magna, con tanto di cocchio trainato da cavalli,  l’ex ballerina Tamara Pisnoli, che gli aveva già dato la figlia Gaia. Ora, dopo una brutta crisi, la bella Tamara se n’è andata con un altro, un ex pugile dal fascino rude. E lui soffre in silenzio.




Lo schifo persiste #17

9 12 2008

QUEI 100 MQ A VIA MARGUTTA CHIESTI DA PARISI PER LA SUA SEGRETARIA
Case in affitto nel centro storico di Roma a prezzi di favore. L’Ipab Sant’Alessio è un ente controllato dalla Regione Lazio che si occupa dell’assistenza ai ciechi e possiede quasi 700 appartamenti, tanti in centro storico. Da dieci anni ne «approfittano» politici, imprenditori e amici degli amici.
Il 3 maggio 2007 negli uffici del Sant’Alessio arriva una domanda, di quelle che pesano, per un alloggio in affitto. La scrive Arturo Mario Luigi Parisi che, alla seconda pagina del modulo, dichiara di lavorare al ministero della Difesa con la qualifica di Ministro

L’impiegato dell’Ipab sarà saltato su una sedia: un ministro della Repubblica chiede di avere un appartamento in affitto all’istituto di assistenza dei ciechi? Proprio così.
Non solo. Il ministro Parisi esprime a piè di pagina la sua preferenza: «Alloggio di mq 100 e possibilmente in via Margutta a Roma».

Una richiesta specifica che segue la lettera del 25 aprile 2007 che il ministro Parisi fa scrivere (su carta intestata del ministero della Difesa) dal capo della sua segreteria, Sandra Cecchini, al presidente del Sant’Alessio Mario Dany De Luca. «Caro Presidente – si legge nella missiva – come da accordi presi con l’architetto Di Bernardino, le invio la domanda del ministro Parisi e del dottor Basilio che vorrebbero avere, qualora possibile, la disponibilità di un alloggio dall’Ente da Lei presieduto. Le sarei grata se potesse fissarmi un appuntamento». Firmato Sandra Cecchini.

Nel giro di poche settimane la richiesta viene accolta. Ma con una lieve modifica. Purtroppo una casa libera di cento metri quadrati in via Margutta non era al momento disponibile. Tuttavia si è trovata una soluzione: due appartamenti comunicanti. Uno di 51 metri quadrati a 1.315 euro al mese, l’altro di 41 metri quadrati a 1.518. E il gioco è fatto. Con una piccola controindicazione: il secondo alloggio, quello di 41 metri quadrati, ha una destinazione d’uso commerciale. Anche se utilizzato come abitazione. L’ente se ne accorgerà qualche tempo dopo.

Tuttavia l’inquilino della «doppia-casa» di via Margutta non è mai stato il ministro Parisi (ora deputato), che risiedeva in un alloggio militare. Ma il capo della sua segreteria particolare, Sandra Cecchini. La signora che il 25 aprile, invece di festeggiare la Liberazione, era in ufficio a scrivere sulla carta del ministero la richiesta al presidente dell’Ipab Sant’Alessio, Mario Dany De Luca.





Siamo indietro. Ma di tanto anche..

24 08 2008

Vincenzo Chierchia per il Sole 24 Ore

Bernabò Bocca
© Foto U.Pizzi

Il 2008 si sta sempre più confermando come un anno nero per il settore turistico.
«Sulla base dei risultati di questa estate e tenendo conto dei flussi di prenotazioni per i prossimi mesi – commenta Bernabò Bocca, presidente di Federalbeghi e Confturismo – quest’anno verrà probabilmente archiviato con una flessione delle presenze turistiche intorno al 6% circa. Si è così bruscamente interrotta la ripresa manifestatasi da un paio di anni».

Trovano dunque nuove conferme le stime formulate a inizio stagione. Federturismo-Confindustria (sulla base dei dati elaborati dal centro studi Ciset dell’Università di Venezia) aveva previsto qualche mese fa un calo del 3% degli arrivi dall’estero e del 3,3% del movimento turistico degli italiani.

«Lo scenario è sicuramente difficile» commenta Elena David, presidente di Aica, l’associazione che raggruppa le grandi catene alberghiere italiane. «Il preconsuntivo del 2008 è in generale negativo un po’ dovunque, soprattutto soffrono diverse aree legate al business balneare e le grandi città d’arte – aggiunge – a causa della differenza di competitività dell’offerta italiana rispetto al quadro internazionale».

L’Italia infatti è in netta controtendenza rispetto ai Paesi europei. L’Agenzia turistica dell’Onu ha previsto un aumento globale del movimento turistico intorno al 5% e la Francia, ma soprattutto la Spagna, registrano una dinamica dell’industria delle vacanze sostanzialmente in linea con queste previsioni. Bene da noi le crociere (+30%) e il turismo enogastronomico (vale 5 miliardi per Coldiretti).

«Il problema di fondo resta la qualità dell’offerta, ancora troppo disomogenea: basti pensare che secondo uno studio un tedesco che spende 100 euro in Turchia riceve in cambio servizi valutati 144 euro, mentre in Italia ci si ferma a 98 euro» commenta Mally Mamberto, presidente del con-sorzio Incoming Italia, che contribuisce a portare nel nostro Paese oltre 6 milioni di turisti stranieri ogni anno.

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Il mago del low-cost

9 07 2008

MILANO – Bastano 168,98 euro (sarebbero 30, ma le tasse fanno lievitare la cifra) per realizzare un viaggio verso le grandi città europee: Madrid, Bruxelles, Milano, Parigi, Londra, Berlino, Roma. Non è la trovata pubblicitaria, suggestiva ma inattuabile, di una compagnia ‘low cost’ come tante. Ma il viaggio che Emanuele Giusto, giornalista trentenne siciliano trapiantato a Madrid, ha compiuto davvero «staccando biglietti» dal suo terrazzo con un computer davanti e una birra ghiacciata. Di questa esperienza ha fatto un reportage per la rivista spagnola El Semanal, un libro («Il Giro d’Europa con 30 euro», ed. Feltrinelli) e una sorta di agenzia viaggi domestica, per parenti e amici. «L’ultimo viaggio che ho organizzato è stato alcuni giorni fa, per un amico messicano, di passaggio in Europa. In due ore gli ho pianificato un viaggio tra Madrid, Dublino, Londra, Berlino, Roma, Bruxelles e Amsterdam per soli 170 euro netti, compresi i bagagli».

L’UNIONE SI FA VIAGGIANDO – Nessuna sparata promozionale, dunque, ma un’esperienza provata, che – promette Giusto – «è la vera rivoluzione democratica dell’Unione Europea. Solo viaggiando che le culture si incontrano e le persone capiscono l’importanza dell’interscambio». Altro che costituzione, alleggerita o appesantita che sia. Nel libro l’autore racconta la sua esperienza e quella dei viaggiatori che ha intervistato, si insinua nella «misteriosa» ma geniale logica delle compagnie ‘low cost’ e ritrae i protagonisti più importanti della storia del settore, come Michael O’Leary, amministratore delegato di Ryanair, regina irlandese delle ‘low cost’ insieme alla britannica EasyJet. Infine, insegna i trucchetti del «tour operator fai da te», con un decalogo per chi si vuole cimentare, senza incappare in errori e truffe.

SI FA PRESTO A DIRE ‘LOW’ – Uno dei primi avvertimenti di Giusto è capire quali sono le vere e le false compagnie a basso costo. «Le vere compagnie ‘low cost’ hanno un temperamento economico specifico: ridurre all’osso i costi e convertire ogni costo in ricavo. Per far questo ci vogliono delle ottime idee – commenta –. proprio quelle che mancano ad Alitalia per mordere il mercato, al di là delle questioni politiche che hanno montato dietro le quinte. Non lo dico io, ma i chief executive che ho intervistato nella mia inchiesta». Un esempio? «Una delle idee più graffianti della storia delle low cost è stata quella di EasyJet, che oggi offre la tratta Milano-Copenhagen a 23 euro netti in media. Stelios Haji Ioannou, fondatore della compagnia, ha intuito l’importanza di internet, quando ha visto che il numero di telefono pubblicato sul web ‘bolliva’ di chiamate. In quel momento ha deciso che doveva vendere biglietti elettronici. Dal 2 giugno di quest’anno nessuna compagnia, comprese le ‘low cost’, emette biglietti di carta». Per un risparmio di 430 milioni di euro all’anno e con i ringraziamenti di 50 mila alberi, che rimarranno vivi.

AEREI SICURI E POCO INQUINANTI – In Italia, le vere ‘low cost’ sono due e mezzo, secondo l’autore: «MyAir, nata dalle ceneri di Volare, viaggia con aerei bombardier, di 90 posti e copre città italiane che non sono considerate da altre compagnie. Inoltre si è rivolta ai Paesi dell’Est. L’altra vera ‘low’ è la Windjet». Tifoso sfegatato dei costi contenuti assicura che statisticamente le ‘low cost’ perdono meno i bagagli e sono più puntuali e che gli aerei sono i più nuovi e sicuri, consumano il 50% in meno di carburante e inquinano la metà. Rivela anche che la modulazione del prezzo (‘pricing’) permette di riempirli tutti. «Ci sono dei software appositi che calcolano mille variabili: dalla tratta, agli eventi di richiamo per quel territorio, al profilo dei clienti, che variano dal giovane squattrinato al ‘business man’. Di solito si vende il 10 per cento di voli a prezzo zero, una grande quantità a prezzo medio e un 5 per cento a prezzi stellari. C’è sempre qualcuno che è disposto a pagare 200 euro per un volo!». Il futuro a basso costo? «Sarà intercontinentale. O’Leary per la RyanAir promette che presto si volerà da Londra a New York con 12 euro». Tasse incluse.

Ketty Areddia
24 giugno 2008